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Vai al Paradiso di "Poggialberi"
Agriturismo Poggialberi

 

 

Messico 1978

Ovvero "alla scoperta dei Tauramara e del barranco de cobre"

Avvertenze
Questo viaggio è una parte del viaggio effettuato negli USA 78. Infatti dalla Arizona dove eravamo arrivati da Las vegas e Gran Canyon abbiamo varcato il confine con il Messico per ritornare alcuni giorni dopo in USA a El Paso e terminare il giro andando a N.O. e N.Y.

Mercoledì 16/8 Phoenix-Chihuahua. Questo è uno dei giorni più avventurosi. E' facile arrivare all'aereoporto e lasciare la macchina a nolo (ricordo che in questa macchina, enorme anche se cabrio, ci stavamo tutti e 7 con i bagagli. Aveva il cambio automatico ed essendo io l'unico ad aver portato la patente me la sono sorbita - divertendomi un mondo però- per tutto il viaggio. Comoda anche in 7 aveva l'aria condizonata che in Italia pochi avevano ed era quasi sconosciuta Purtroppo aveva anche il cambio automatico e tutte queste cose hanno provocato alcuni inconvenienti che però ci hanno fatto divertire. Primo: io non ero abituato a frenare con il sinistro e quindi i "contraccolpi" si sprecavano ad ogni frenata - ed anche gli improperi nei miei confronti. Provare per credere. Non ci si abitua in pochi KM a frenare "bene" con il sinistro. Secondo: l'aria condizionata era registrabile non si sa come. Non essendoci le istruzioni andavo per tentativi e così per buona parte del viaggio la temperatura passava ... da - 178°C a... 1,000,000 di °C. Naturalmente con poca buona pace degli amici Fermarsi per studiare la cosa non c'è passato neppure per la testa.... volevamo andare e non perdere tempo. IL peggio è venuto per me quando a pochi minuti dalla riconsegna dell'auto ho potuto affermare e dimostrare che finalmente avevo capito tutto e che poi non era così complicato avere una temperatura giusta e confortevole. Oggi, con le conoscenze che abbiamo anche noi incivili, avrei certamente capito tutto in breve tempo ma era il 1978!). La città (Phoenix) è grandissima e piatta con al centro un gruppo di gattacieli (ma esiste una città negli USA che nel 78 non avesse almeno un grattacielo?) . Fa molto caldo. Voliamo per Tucson su un aereo dell'AA le cui hostess vestono divise rossoblu e ci offrono il solito drink (io mi ero affezionato al o bloody Mary) A Tucson fa ancora più caldo e giriamo un po' per l'aereoporto (condizionato). Compro piantine e mangiamo. Poi altro aereo per El Paso. Sono vicina ad u Americano e chiacchiero per tutto il tempo. E' un po' timido e lo rimbambisco di domande. La battuta più simpatica è che risulta che sia un marito con due mogli (era il 78). L'atterraggio questa volta è proprio da Texas, una paura terribile. A El Paso siamo proprio in terra di frontiera. I militari hanno cappello da cawboy e il cinturone. caldo pazzesco. Il tassista ci porta direttamente on Messico; qui siamo in un altro mondo: sombreri, persone dalla pelle scura ma con gli occhi vivaci, alcuni in costume con vestiti larghissimi. Al bar prendiamo una bottiglia di uva (succo) molto buona. E' finito il mondo sterilizzato e fresco..(Cerchiamo di capire dove scorre il fiume. Discussioni, elucubrazioni e poi... delusione è stato tutto incubate!!) Sul treno ci squagliamo ma il paesaggio umano è molto pittoresco e siamo solo a 3 Km dagli Stati Uniti. Un momento di relax bellissimo è al vagone ristorante. Sono gentili e molto cordiali; fuori il paesaggio è arido e si vedono catapecchie di fango e tanti, tanti bambini. (L'amica dimentica un episodio che ci ha fato divertire A quel tempo in Messico c'erano tre classi ma, al contrario che da noi la terza era ... quella dei ricchi. Noi che avevamo pochi soldi in questa occasione, trattandosi del messico a basso costo, avevamo deciso di concederci la 1a classe e ci siamo ritrovati tra i polli. Tutti hanno fatto cambio di classe ed anche io che però nel frattempo avendo intavolato una discussione molto interessante con una donnina che appunto aveva sulle ginocchia una gabbia di polli li ho potuti raggiungere dopo qualche tempo) . E' un po problematico trovare un albergo (non avevamo prenotato ovviamente). Il tassista, gentile, ci porta da tutte le parti ma nulla. Finalmente sbarchiamo al Maria Dolores che stranamente ha posto. Lo capiamo poi in quanto è proprio un Dolores. Tra sciacquone che perde e che Amina cerca di riparare e tutto il resto dormiamo ... benissimo tutti in una camera e "depandance".

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MA VI CONSIGLIO, PRIMA, di dare uno sguardo qui sotto........
Questo è Poggialberi. Non un Agriturismo ma il posto ideale per rilassarsi dopo un viaggio o dove recarsi per fare mare soggiornando in una tipica Fattoria Toscana. Se vuoi maggiori informazioni clicca sulla fotografia e ti troverai in un vero Paradiso. Per la natura ma anche e soprattutto per l'accoglienza genuina e familiare caratteristica della gente di maremma.

 

Giovedì 17 Verso Divisadero Alla stazione per Divisadero c'è una fila lunghissima; sono molto affettuosi tra loro; sono pieni di bagagli. E' stato difficile avere i biglietti. Qui ci sono 3 primere classi e la nostra l'ultima non è male. Il viaggio è lungo ma molto pittoresco sia per il paesaggio che per l'ambiente umano. Per fortuna anche qui c'è un ottimo vagone ristorante che ci permette di passare qualche ora rilassati. man mano si sale ed arriviamo a 2500 metri. Il paesaggio diventa sempre più alpino. Ad una stazione vediamo il primo Tauramara, un tizio vestito in modo stranissimo, di nero che accompagna dei soldati. Non posso fargli la foto perchè Marcello ha scassato il rollino. Al vagone ristorante Andrea incontra il tizio di nero vestito che dice di pensare a prenotare lui per Los Mochis. Non si sa chi è ne di dove venga nè di dove vada... ma è sicuro di sè . Il panorama è in tutti i sensi incredibile. Molta gente scende per vedere la vista del barranco (Canyon) Non è una cosa che mi colpisce, molto di più mi interessano gli uomini o le donne che stanno aspettando "il treno"; poi capisco che è un rito che si ripete tutti i giorni. L'unico fatto intorno al quale ruota la vita di questa gente. I tauramara (mezzi o anche meno civilizzati) che vendono collane di fagioli, cesti molto belli e bambole di legno di pino. Ce ne sono di ogni età. Marcello acquista da una bambina piccolissima. Dobbiamo risalire e ci fermiamo poco dopo a Posada. Questo è la nostra meta. Ci divertiamo da morire perchè tutti si affacciano ai finestrini per vederci scendere. Il tam tam dell(omino nero? Fatto sta che, incomprensibilmente, ci vengono a prendere 2 con farfallino. L'albergo è simpatico, in legno e nelle camere c'è il caminetto. Il personale è molto gentle; troviamo:molta gente: con noi mangia una famiglia di El Paso (a proposito El Paso messico= Tucson stati uniti) . Dobbiamo affrettarci per andare a dormire perchè tolgono la luce (solo generatori di corrente).
pranzo 102 pesos
colazione 50
camera 474

Venerdì 18/8 Posada (se vuoi torna inizio documento)
Finalmente si dorme. Ci alziamo con un bel fresco ed un'aria limpida. Abbiamo prenotato un giro di 3 ore ed il nostro posto è su una camionetta aperta che è una forza. Certi scossoni da non credere. Vediamo il barranco dall'alto da varie terrazze; intanto si intravedono cactus e meravigliosi fiori. C'è una signora spagnola molto gentile che ci traduce le informazioni sui Tauramara. E' una popolazione mite, silenziosa e seria che non accetta la comunicazione con gli altri. Abitano in basso nel Barranco con un clima tropicale dove neppure gli animali riescono a vivere. Le donne si occupano di tutto, della casa, dei figli, del lavoro nei campi. Gli uomini (los barones) lavorano cestini ed oggetti di legno. Alle 1,30 le donne salgono ed aspettano l'arrivo del treno per vendere quelle cose. Sono molto riservate quando si rivolge loro la parola, non parlano volentieri. Le più giovani sorridono timidamente e sono circondate da figli. Hanno gli occhi scuri e molto luminosi. Sono di origine tedesca. Alcune bambole di legno sono molto belle. Torniamo dalla gita molto soddisfatti. A Posada conosco Rosa di 20 anni che f a 13 cestini al giorno. A tavola sono con un gruppo di spagnoli. Mangiano la zuppa, il purè di fagioli con la tortilla croccante, il pollo e l'insalata. A tavola c'è il solito "chili" salsa di pomodoro e peperoncino piccantissimo. Dopo cena c'è il solito temporalone con tuoni e diluvio. Compriamo anche un po' di collane. E' stata una giornata bella, soprattutto interessante per il modo di vita di questi indios che abbiamo potuto apprezzare ancora quasi allo stato genuino

Sabato 19 Posada- Creel Ci succedono tutte a noi. stamani la sveglia è stata alle 5,30 perchè dobbiamo partire con ... il trattore. I bagagli sono sempre più gonfi, ora poi ci sono anche le bambole di legno il cestino ed il viaggio sul trattore è divertentissimo. meno la lunga attesa alla stazione al freddo. Il viaggio in treno fino a Creel è molto interessante. Ci sono molti giovani tauaramara. uno era al suo primo viaggio in treno, non faceva che guardare tutti, un altro era più esperto e sicuro. C'era il bulletto con il sombrero sugli occhi, due anziani che sembravano molto esperti e sicuri di sè. Tutti avevano gli inconfondibili sandali ai piedi fatti di gomma alla schiava. Davanti a me si è seduto un vecchio molto bello, timido e serio. Il paesino mi è parso subito caratteristico per il tipo di vita. Mi fa pensare al paese i "cent'anni di solitudine" di Martinez; le strade polverose, la gente colorata che cammina per affari, molti indios e missonarie Due chiese, qualche albergo. C'è animazione ma non allegria, sembra molto efficiente ma è silenziosa. Il nostro albergo è simpatico; c'è un cortile intorno al quale ci sono tutte le porte delle camere. E' discretamente lussuoso e stona con il resto del paese. Nel pomeriggio facciamo una passeggiata nei dintorni: al lago, alla missione antica, alle cuevas degli indios. E' uno spettacolo triste; sembra di andare allo zoo; è povera gente e non mi sembra felice. In serata spunta l'idea di andare a El Paso prima per guadagnare un giorno per New Orleans; non so ancora se andranno Paola e Rosalba

Domenica 20 Creel E' stata una giornata molto faticosa. siamo andati in gita alla Bua: solo 10 ore di viaggio e solo 1,30 di sosta. Rosalba e Paola ci hanno lasciato preferendo tornare indietro per tentare il collegamento aereo. Il paesaggio, all'inizio, è stato monotono: molti pini e rocce laviche. Poi sono cominciati i Canyons ed il paesaggio vegetale è cambiato. Molte agavi di tutte le dimensioni, cactus e molto caldo. Giù al fiume era un caldo insopportabile. Abbiamo mangiato i panini con la paura del crotalo. Il ritorno è stato lungo e siamo arrivati alle 8 (anche perchè il bus già scassone all'inizio si è scassato nel senso che la frizione non voleva proprio funzionare. A forza di colpi proibiti l'autista riusciva comunque a cambiare. E questo non sarebbe stato nulla se si fosse trattato di una strada normale. In effetti era poco più che una mulattiera stretta e ripida ed alle curve strette sembrava che tra le ruote esteriori e quelle posteriori ci fosse il barranco) Per fortuna 'erano un gruppo di gente (??) canterina e poi ci siamo divertiti con caterina (quella con le poppe al vento). Gli americani nella miniera hanno trovato delle pietre; a noi non è riuscito perchè c'era il burro ??. Il nostro autista è stato molto bravo. Qui ci sono persone sveglie. Oscar quello che mi chiama Gabriela al quale mi sono rivolta per informazioni. Le cameriere sono un po più lente. Ho preso le tortillas (qui Chsilladas) con il pollo dentro e infornate con pomodoro e formaggio. Prima di andare a letto vado in abito da sera lungo (camicia da notte) al night. Hotel Santa Avista.(se vuoi torna inizio documento)

Lunedì 21 Creel - Los Mochis Come al solito la sveglia non è arrivata: questo è il Paese della pazienza e degli orari inesistenti. Questa mattina il programma prevede il giro n 2 , le cascate. Vengono con noi anche i due francesini di ieri e Gabriela e Miguel. Il paesaggio è diverso: bei prati verdi, rocce tondeggianti, il fiume che scorre lento. Per arrivare alla cascata dobbiamo fare un bel po' di strada a piedi. Per la strada di ritorno incontriamo Bernabè il piccolo che era la chiave della missione; è molto buffo, si mette a chiacchierare con fare da grande con il nostro autista (ma forse grande lo è già) E' molto serio ed ha solo 7 anni.Mi piace anche la missione: ha il pavimento con tavole di legno e primitive decorazioni geometriche azzurre ai lati. E' arrivata l'ora di partire e salutiamo tutti. Questi messicani fanno arrabbiatre con gli orari. il treno arriva alle 15,45 anzichè alle 13,30. A divisadero c'è un bell'acquazzone. Mi dispiace per le povere donnine che oggi sono numerose. provo a scendere ma è impossibile per la pioggia. vedo anche Rosa che sorride timidamente, mi riconosce. Passiamo davanti a Francescointagno, dove abbiamo preso i polleros, e a Posada. Il paesaggio, questo famoso paesaggio in ferrovia è bello, ci sono ponti e tunnels. Dal piano rialzato del treno, dove troviamo posto è ancora più bello (si tratta di carrozze panoramiche) Dapprima ci sono molti i pini, di quelli a palla e barranchini, poi man mano che scendiamo , il treno sembra un serpente, ci sono prati; sembra un paesaggio delle nostr Alpi coi campi coltivati e poi alberi da frutta. Poi inizia un paesaggio più movimentato; il fiume scava canyons e cominciano a vedersi grandi quantità di cascate. Fino a Tenoris il paesaggio è molto bello. Ci sono gallerie a 180° e la ferrovia è veramente un 'opera d'arte di ingegneria. Guardiamo fuori finchè è possibile ma le ombre inesorabili scendono e purtroppo forse il più bello lo perdiamo Ci consoliamo andando al ristorante e qui incontriamo i due sposini in luna di miele; Sono giovani e lui ha molta voglia di parlare e nel frattempo si beve 4 brandy lunghi. Siamo con 3 ore di ritardo Quando scendiamo a ... ??... aria calda ed umida. Stavamo per temere di dover dormire in stazione quando si presenta un omino che ci chiama "Italiani ?" e dice di avere la nostra "reservation" por l'Hotel Santa Anjta e che ha anche i posti dell'avion. L'amico di Andrea ha funzionato bene. Così increduli di tanta efficienza e gentilezza e divertiti saliamo sul bus. Troviamo anche le messicane che stavano a Creel e i due sposini. E' un caldo boia ed impiego tanto per addormentarmi. Sono in una bella stanza con Amina e J. Marcello ed Andrea sono con le hostess in un altra camera.(escusatio non petita accusatio manifesta .. ma non in questo caso. Devo spiegare la questione che tra l'altro e falsa e tendenziosa. In effetti io ero in una camera con Marcello che sapevamo era stata trovata all'ultimo momento. Avevamo notato nell'armadio una divisa da aviatore ma non ci avevamo più pensato fino a quando, a notte inoltrata, sentiamo aprire la porta di camera con risolini non troppo trattenuti ed allegria da parte di due (erano un uomo ed una donna e non 2 hostess) che evidentemente intendevano spassarsela in camera nostra. Penso che lui fosse il legittimo proprietario della divisa. La luce si accende e si spegne subito dopo e sentiamo che ridendo i 2 se ne vanno Ci avevano visto ed evidentemente per Lei 3 erano troppi. Tutto qui. In precedenza con Marcello avremmo voluto fare una passeggiatina notturna per le vie adiacenti all'Hotel dove forse c(era stato il mercato ma ratti di dimensioni enormi ci avevano consigliato di rientrare)

Martedì 22 Los Mochis - El Paso Questi incoscenti ci svegliano alle 5, ci alziamo presto e facciamo un giro per la città. Questa notte è piovuto e c'è dovunque acqua e fango; la città è molto sporca ma molto colorita. Nei negozi ci sono grandi fiori di carta colorata. Passiamo attraverso il mercato dove a dire la verità c'è molta puzza. Noto molte farmacie. Con Amina siamo in attesa che apra il negozio di braccialetti. Proprio quando ci siamo Marcello arriva come un fulmine dicendoci che l'aereo partirà tra mezz'ora. Lasciamo perdere e prendiamo il taxi per l'aereoporto. Dopo un po' la strada si fa sporca e fangosa e con buche (avevamo pensato che l'autista al quale avevamo detto di avere mota fretta avesse preso una scorciatoia ma poi visto l'aereoporto abbiamo capito!!!..) . L'aereoporto ci lascia senza parole, una rotonda in cemento che si serve per appoggiare i bagagli, una minuscola sala d'aspetto con porte e finestre rotte. Un aereo (rottame) che giace vicino alla pista dal tempo della prima guerra mondiale o poco più tardi. una pista sterrata che con la pioggia... Un aereo che atterra e da dove scende un tizio con cappello da caw boy (e il pilota). Va al bar e ci informano che dopo colazione del capo l'aereo finalmente ripartirà. Il volo invece è ottimo (era un DC tra i primi bimotore, forse residuato della seconda guerra e trasformato a civile con posti faccia a faccia addossati alle pareti della carlinga (come si vedono i paracadutisti in certi aerei dei films di guerra) Ma ci sono bei finestrini che ci aprono uno spettacolo della sierra e del barranco de cobre come non era possibile immaginare. L'aereo, stabilissimo, vola basso e questo ci fa vedere e tutto molto bene anche perchè la giornata è limpida senza una nube.) Abbiamo sotto lo spettacolo del barranco anche se dall'alto non è così imponente come dalla ferrovia. A Chiuhauha fa molto caldo. Dobbiamo fare una lunga sosta alla stazione dei bus; c'è un mondo chiassoso e con vari odori che ci circonda. Alle 4 siamo sul bus, dopo una chiaccieratina con i ragazzi. gli spagnoli parlano molto volentieri con noi e si stupiscono di sentire il nostro accento simile al loro. Il viaggio è comodo e l'autista molto sciolto . una sosta con molta gente solo per vendere alcune tortillas fatte con farina di fagioli e dolci, specie di sofficini con della marmellata in mezzo. Il paesaggio si fa arido; si passa anche attraverso un posto desertico. Il tramonto è molto poetico; c'è una montagna tagliata a metà che riassume in qualche modo il paesaggio di questi giorni. Queste 5 ore di bus mi conciliano la meditazione; mi succede sempre così.
durante gli spostamenti e in fondo penso sempre alle stesse cose: alla storia dei popoli ed al valore dell'uomo singolo. .... Dobbiamo lasciare il messico in fretta. Appena entrati a El Paso cambia subito scena. siamo tornati nel mondo sterilizzato, quello delle donne grasse, degli odori assurdi, dei contenitori per vestiti ( a proposito l'aereo per Las vegas era attrezzato con armadi dove i giocatori appendono il proprio abito per andare al casino) aereo pazzo 25,000 in due . Andiamo a cena in un locale che è la fine del mondo per efficienza e sterilità: tutto di carta anche portacenere. E così sacchetti, cannucce, bibite con tappo e foro. Nel nostro hotel i padroni sono 2 indiani simpatici. Chiediamo dapprima 2 camere una per noi ed una per Andrea e Marcello. Poi visto che ogni camera è dotata di un numero quasi illimitato di posti letto ci chiediamo se non sia il caso di risparmiare una camera. C'è un certo imbarazzo a doverlo chiedere e sono io che mi faccio coraggio. Gli indiani, tranquilli, dicono che è naturale; I questi specie di Motel le camere sembrano fatte per nuclei familiari e nuclei anche abbastanza allargati Prendiamo una sola camera.

Mercoledì 23 El Paso New- Orleans Abbiamo dormito bene dagli indiani, anche se tutti assieme. In mattinata riesco anche a lavarmi i capelli I tizi indiani sono proprio simpatici; In effetti sono del Sud Africa ed hanno 3 bambini..... e qui il racconto del Messico finisce ed il proseguimento si trova nel viaggio USA 78 (se vuoi torna inizio documento)